Le vie maestre che nell’evo antico e medio servirono per andare dalla costa settentrionale dell’isola verso il cuore di essa, cioè fino a Castrogiovanni erano segnate dai due corsi dell’Imera settentrionale e meridionale.

Castello di Resuttano

Rahal-Suptanum (Toponimo di derivazione araba)

Arrivando poi verso Castrogiovanni potevano raggiungersi le altre due coste dell’Isola cioè l’orientale o la meridionale volgendo verso oriente oppure proseguendo a Sud.

Le due Imere costruirono nei tempi antichissimi la linea di confine fra Siculi e Sicani; ed ai tempi degli arabi, quando l’isola fu divisa in tre valli, era pure per un buon tratto a monte il corso dell’Imera meridionale che costituiva il confine fra il val di Mazzara e il val Demone.

Da ciò può argomentarsi quanta importanza dovesse avere a quei tempi il castello di Resuttano, che fu costruito in riva al fiume Imera in un punto di intersezione di parecchie trazzere.

Detto Castello, come denota lo stesso nome (RahalSuptanum cioè Casale munito o Castello) fu edificato al tempo dei musulmani e ne troviamo fatto cenno nella storia della conquista della Sicilia da parte del Conte Ruggero il Normanno, quando cinse di assedio Castrogiovanni.

Quivi il Conte per approvvigionare il suo esercito, mentre assediava quella piazza forte mandò verso i paesi delle Madonie delle squadre di razziatori che concentravano il loro bottino nel Castello di Resuttano, da dove poi apposite colonne lo inoltravano fino agli accampamenti della piazza forte.

Lo stesso Castello fece poi parte della Signoria dei Ventimiglia Conti di Geraci e di Collesano signori delle due Petralie ecc. ecc.

Sotto il regno di Federico II l’Aragonese, la storia ha un’altra occasione di mensionare il Castello di Resuttano e precisamente nel 1326, quando il detto Federico II (Aragonese) venendo da Palermo per andare verso Catania (via Castrogiovanni) ebbe un attacco di gotta e dovette sostare per alcuni giorni nel Castello di Resuttano: quivi fece il suo famoso testamento in cui, dopo aver confermato qual suo successore al trono il figlio primogenito di Francesco Ventimiglia Conte di Geraci, allora suo grande favorito.

Nel 1393, dopo le alterne vicende della faziosa e lunga guerra che agitò e sconvolse la Sicilia per quasi un secolo e di cui erano esponenti le due famiglie antagoniste dei Ventimiglia (Conti di Geraci) e dei Chiaramonti (Conti di Modica) troviamo il Castello di Resuttano essere staccato in una ai feudi di Rachilepi e Raxatica dalla Signoria dei Ventimiglia per concessione fattane dal Conte Antonio al suo parente cadetto Umberto, il quale a sua volta ne fece costituzione dotale alla figlia Giovannella sposata ad un Flodiola di Polizzi, dal quale poi passò a Don Forte Romano di Termini Imerese e da costui alla famiglia di Napoli Barresi.

Giuseppe Di Napoli che verso il 1500 sotto la dominazione spagnola era uno dei più potenti nobili di Palermo, fu investito delle dette terre Castello e feudi col titolo di Principe di Resuttano e nel 1625 edificò il paese nel feudo Rachilepi, ma dal nome del vecchio Castello lo chiamò «Resuttano».