Nel secolo dopoguerra, quando già l’industria zolfifera era in fase di smantellamento, venne realizzato un notevole passo avanti nell’evoluzione tecnologica con l’applicazione del sistema di flottazione, che consente di sottoporre il minerale, così come esce dalla zolfara, dapprima a frantumazione e macinazione ed in seguito ad un lavaggio in acqua

Frabbricato dimenticato di una miniera di zolfo

Fabbricato abbandonato nei pressi di una miniera di zolfo in Sicilia

Nelle celle di flottazione la cosiddetta ‘torbida‘, ottenuta nella prima parte della lavorazione, veniva agitata meccanicamente fino alla formazione di un’abbondante schiuma con la conseguente separazione dello zolfo dalla ‘ganga‘ (materiale sterile).

Nel processo risultava efficace l’aggiunta di reattivi ad azione fisio-chimica come la nafta, l’olio di pino e olio di trementina nella proporzione di 100 g. per ogni tonnellata di minerale grezzo.

L’impasto così preparato fa imbibire in maniera differente il minerale dal resto della ganga e ne consente la separazione fisica. La dizione ‘flottazione’ deriva dalla possibilità di utilizzo di differenti composti chimici utilizzati come agenti flottanti“.

Immagine di un impianto di flottazione per la lavorazione dello zolfo

Impianto di flottazione della Miniera Trabonella di Caltanissetta per la lavorazione dello zolfo

Il successivo addensamento della schiuma, rischiata dalla ‘torbida’ con pale meccaniche, consentiva di ottenere il minerale sotto forma di polvere.

Tale sistema consentiva di raggiungere un tenore pari al 99,5% di zolfo, e garantiva anche dei notevoli vantaggi ambientali; le esalazioni di anidride solforosa, così massicce con i sistemi di fusione, divenivano esigue consentendo la coltivazione agricola dei terreni vicini alla miniera.

Il primo impianto fu messo a punto nella miniera Cozzodisi (Casteltermini), seguito nel 1995 dal complesso della Trabia Tallarita (Riesi) e nel 1957 da quelli della Montagna Mintina (Aragona) e della Trabonella (Caltanissetta).

Miniera di zolfo dimenticata

Capannone di una miniera di zolfo in evidente stato di abbandono