Gangi

Gangi Sorge in una zona di montagna interna, posta a 1.050 metri sopra il livello del mare. Narrano le fonti leggendarie che, intorno al 1200 A.C., i Cretesi di Minosse fondarono una città nell’entroterra della Sicilia e che dalla fonte che vi scorreva all’interno chiamarono Engyon:dal nome latino che definisce “Engini fortes honestique viri”.

vista panoramica di Gangi, comune situato al centro della sicilia

Veduta panoramica di Gangi, comune in provincia di Palermo (PA)

La storia ci indica, attraverso i documenti, che nel 1195 Gangi, già allora sul monte Marone, appartiene alla contea di Geraci. Come tutte le cittadine medievali, era cinta da alte mura segnate da poche porte di accesso e torri di difesa. Ad Enrico Ventimiglia succede il nipote Francesco I, a cui va attribuita la definizione del Castello e la realizzazione della Torre quadrata, oggi nota come Torre dei Ventimiglia.

Nel periodo del 1500 Gangi trovava lustro in due artisti, Giuseppe Salerno (detto lo Zoppo di Gangi) e Gaspare Vazzano, le cui opere sparse per tutta la Sicilia ancora oggi incantano. La storia e la legenda di due grandi pittori che adottarono lo stesso pseudonimo.

Nel 1625 Gangi passa dalla signoria dei Ventimiglia a quella dei Graffeo, che nel 1629 acquisiscono il titolo di Principe di Gangi, e quindi nel 1654 ai Valguarnera che manterranno il possesso di Gangi fin’oltre la metà dell’Ottocento.

Il Settecento costituisce uno dei momenti culturalmente più importanti della Storia di Gangi: il secolo è infatti caratterizzato dalla presenza di numerose Accademie di letterati, tra le quali “L’Accademia degli Industriosi” (1758) fondata dai fratelli Francesco Benedetto e Gandolfo Felice Bongiorno, e di numerosi artisti come Filippo Quattrocchi ( “Gangitanus sculptor”), divenuto il più conosciuto scultore di arte sacra in legno della Sicilia, altri artisti di chiara fama frequentano Gangi in questo periodo (Crispino Riggio, Lorenzo Cerasuolo), lasciando il segno della loro arte. Nello stesso secolo si costruiscono alcuni Palazzi nobiliari e tra questi Palazzo Bongiorno, e in seguito i palazzi Sgadari e Mocciaro. Agli inizi dell’800 gli abitanti erano 9500.

Da visitare:

  • La Chiesa Madre S. Nicolò di Bari (XII-XIII sec. ) oggi collegata con l’imponente Torre detta dei Ventimiglia che, con le sue arcate, fa da vestibolo all’ingresso principale dell’edificio. All’interno a tre navate , si trovano “Il Giudizio Universale”(1629) pregevole dipinto di Giuseppe Salerno ( Detto Lo Zoppo di Gangi) le statue lignee del Quattrocchi gli affreschi di Michelangelo Salvo e del De Caro, il battistero e l’acquasantiera in marmo di bottega gaginiana, provenienti dall’antico monastero di Gangivecchio. Nella Cripta si trova “La Fossa dei Parrini”, una particolare sepoltura di preti ed arcipreti che hanno svolto le loro funzioni religiose a Gangi, tra il 1735 ed il 1879 circa. I corpi imbalsamati con particolari tecniche di mummificazione, vestiti con abiti talari e stole pastorali, sono posti in piccole nicchie.
  • Chiesa di S. Paolo ( XV sec.) la Torre Saracena, posta ai margini della vasta area verde di pertinenza del Convento dei Cappuccini, la Chiesa della Badia e quella della Madonna della Catena, dove si trova un splendida statua marmorea del Gagini e la tomba dello Zoppo di Gangi.
  • Chiesa dell’Abbadia (XIII-XIV sec.) In stile normanno, all’interno gli affreschi di G. Cristadoro ( 1796)
  • Chiesa della Catena (XIII-XIV sec.) Particolare il prospetto in pietra intagliata con portale del 1647 All’interno statue lignee del Quattrocchi, la statua i marmo della Madonna della Catena di bottega gaginiana, gli affreschi di de caro e la tomba del pittore G. Salerno detto lo Zoppo di Gangi.
  • Chiesa di San Cataldo (XII-XIII sec.) All’interno altre statue lignee del Quattrocchi ed il dipinto dello zoppo di Gangi ” Il supplizio dei quaranta martiri”.
  • Chiesa del SS. Salvatore Con caratteristico campanile con guglia moresca . All’interno un pregevole Crocifisso, opera in legno di frate Umile Pintorno da Petralia ( prima metà del XVII SECOLO), Lo Spasimo di Cristo” olio su tela di G. Vazzano e statue lignee del Quattrocchi.
  • Calvario Edificato dai Gesuiti nel 1861 , lungo un percorso in pietra ci sono edicole votive raffiguranti la via Crucis.
  • Castello dei Ventimiglia ( XIII-XIV Sec.) Sorse sul Monte Marone, nella prima metà del XIV sec per volere di Francesco I Ventimiglia, Conte di Geraci. Appartenne alla famiglia dei Ventimiglia fino al 1625 anno in cui venne in possesso della Famiglia Graffeo e qualche anno dopo della famiglia Valguarnera, successivamente l’edificio rimase in stato di abbandono, utilizzato come carcere, finché non entrò in possesso della famiglia Milletarì la quale,ancora oggi ne mantiene la proprietà ma solo di una parte, essendo la rimanente ritornata in possesso di un ramo cadetto della famiglia Ventimiglia.
  • Palazzo Bongiorno (metà XVIII Sec .) Costruito dalla famiglia Buongiorno, intorno al 1754-55 .Le volte delle sale sono state affrescate dal pittore romano Gaspare Fumagalli e dal suocero di questi , il palermitano Pietro Martorana.
  • Palazzo Sgadari ( inizi XIX Sec.) ( Sede museale) Sede della Pinacoteca Giambecchina, del Museo Civico, del Museo delle armi i e di quello etnoantropologico.
  • Palazzo Mòcciaro (prima metà XIX sec.) Il Palazzo Mòcciaro,appartenente a privati, è uno degli edifici più antichi ed allo stesso tempo più belli di Gangi . Conserva al proprio interno alcuni pregevoli affreschi ed in particolare un medaglione settecentesco di Gangi . Pregevole la cappella dedicata a S. Giovanni Battista
  • Palazzo Comunale ( XIX Sec.) Il Palazzo Comunale, sede del Municipio, è sorto nel 1800, si affaccia sulla Piazza del Popolo, posto lateralmente al Corso Umberto I , si erge di fronte la Torre Normanna. In Piazza del Popolo, all’angolo tra il Palazzo Comunale e il muraglione che la delimita a monte, vi è la nota ” Fontana del Leone” donata ai gangitani nel 1931 dall’allora podestà Cav Gioacchino Mocciaro.

Fuori paese, dopo il ritrovamento di una immagine detta dello Spirito Santo, viene realizzata sul posto l’omonima chiesa nella quale ancora oggi si celebra una festa tra la fine di maggio e i primi di giugno, nel giorno successivo alla festività della Pentecoste.