Fondata nel 689-688 a.C. dai Greci, l’antica colonia, racchiude, oggi, tutta la sua affascinante storia nel Museo cittadino, tappa obbligata per il turista che vuole conoscere la storia e sognare tutto lo splendore della vita passata.

Acropoli Gela

Il sito dell’acropoli di Gela in località Molino a Vento

Gli oltre quattromila reperti esposti, insieme ad apparati didattici, didascalici ed audio-visivi, permettono di seguire sia le varie fasi degli insediamenti umani antecedenti l’occupazione del territorio da parte dei Rodio- Cretesi, sia quelle dello sviluppo urbanistico del sito, a cominciare dal momento della fondazione greca, fino al 282 a.C., anno della sua definitiva distruzione ad opera del tiranno agrigentino Phintias. Sono presenti, inoltre, reperti che risalgono al Medioevo ed, in particolare, al XIII secolo, quando Federico II ricostruì sui resti della colonia greca, una nuova città chiamata Heraclea.

Il museo, completamente rinnovato, è stato inaugurato verso la fine degli anni ’90 ed è frutto, oltre che della collaborazione di enti privati e pubblici, dell’intenso lavoro di archeologia iniziato da Paolo Orsi e continuato, dopo un periodo di stasi protrattosi per trent’anni, da illustri esperti.

A tre nomi, in particolare, è legata la ricerca archeologica di Gela: Pietro Griffo, Dinu Adamesteanu e, l’iniziatore, Pietro Orlandini ed è grazie ai loro studi sistematici che sono stati portati alla luce importanti resti delle antiche civiltà.

A partire degli anni Quaranta, infatti, si avviarono esplorazioni nell’area dell’acropoli della colonia greca, nelle sue necropoli, nei santuari urbani ed extraurbani, quasi tutti di culto ctonio, pervenendo anche alla scoperta di importanti complessi monumentali, quali un imponente muro di fortificazione i cui resti sono visibili per un tratto di diverse centinaia di metri nella zona attualmente denominata Capo Soprano.

Mirabile esempio di architettura militare dell’età ellenistica, questa struttura, era posta a difesa sia dei quartieri residenziali sia di quelli pubblici sorti a seguito dello sviluppo demografico e della ripresa economica di Gela dovuti alla politica di Timoleonte giunto in Sicilia negli anni successivi alla metà del IV secolo.

L’intensa attività di scavo ha consentito di portare alla luce altri complessi sorti in quell’epoca come un notevole impianto termale di bagni pubblici ed una villa residenziale il cui pavimento mosaico è il più antico esemplare tra quelli conosciuti fino ad oggi in Sicilia. Le costanti ricerche di Graziella Fiorentini e, oggi, della Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali di Caltanissetta, sotto la direzione di Rosalba Panvini, Responsabile anche della direzione del Museo archeologico stesso, hanno ampliato il quadro delle conoscenze dell’organizzazione urbanistica di questa poleis siceliota ed hanno arricchito di molti altri oggetti l’esposizione museale.

Sono attualmente in mostra, ad esempio, diversi elementi architettonici pertinenti ad edifici di culto, molte statuette di divinità e di offerenti e numerosi oggetti preziosi, provenienti dalle officine della madrepatria. Accanto alle collezioni Navarra e Nocera, di notevole importanza e pregio, troviamo, inoltre, esposti i prodotti del Pittore di Gela, del Pittore di Berlino, del Pittore di Tithonos, di Eucharides, del Pittore di Polignotos, del pittore di Brygos e di tanti altri ceramografi dell’antica Grecia, attivi tra il VI ed il V secolo e le cui opere si ispirano ai grandi temi mitologici ed epici.

La Sezione 1 del Museo è dedicata all’acropoli dell’antica colonia siceliota, individuata nell’area prossima allo stesso Museo, già nota con il nome di Molino a Vento, occupata nell’epoca arcaica dal santuario di Athena Lindia, la dea protettrice della città, del quale facevano parte due templi dorici e diversi sacelli.

Moltissimi sono i reperti esposti in questo settore del Museo: vi figurano le bellissime statuette di Koraj, una in terracotta con un incensiere sul capo, l’altra di pietra, acefala, con ghirlanda tra le mani; ed inoltre, le antefisse con il volto orrendo della Gorgone, o con quello caricaturale del Sileno.

Antico vaso

Krater. Antico reperto custodito nel Museo Archeologico di Gela (Caltanissetta)