La conquista della Sicilia divenne un obiettivo irrinunciabile, perchè da lì partivano le razzie contro la penisola, mentre il declino di Musulmani e Bizantini offriva terreno favorevole ad un’impresa di tal genere

Tancredi d'Altavilla

Il sovrano normanno Tancredi d’Altavilla

Ruggero, il più giovane dei figli di Tancredi d’Altavilla, venne in Italia alla corte del fratello Roberto il Guiscardo,dove esercitò un ruolo di primo piano per il valore dimostrato nelle battaglie combattute contro i Bizantini.

Un comodo alibi per giustificare un intervento in Sicilia era rappresentato dagli accordi di Melfi, stipulati con il papa nel 1059, in cui i Normanni si obbligavano alla lotta contro gli infedeli.

La Sicilia era in preda all’anarchia, tre emiri si erano divisi l’isola ribellandosi al califfato zirita di Kairouan. Fu l’emiro di Catania a rivolgersi nel 1061 a Ruggero per averne l’aiuto contro l’emiro di Castrogiovanni, che lo aveva sconfitto.

Quali fossero i termini dell’accordo non è documentato da fonti attendibili (un cronista musulmano scrive che l’emiro di Catania offerse a Ruggero, in cambio del suo aiuto, la "totale signoria dell’isola"), ma certamente esso offriva ai Normanni condizioni favorevoli per dare inizio ad un’impresa già progettata.

D’altra parte l’impero bizantino, che avrebbe potuto essere di ostacolo all’impresa, era sotto la continua minaccia dei Turchi.

Nel 1061 i Normanni sbarcarono in Sicilia sotto il comando di Ruggero d’Altavilla e di Goffredo Ridel, condottiero al servizio di Roberto il Guiscardo.

La prima città conquistata fu Messina, che garantiva il controllo dello stretto e quindi i collegamenti logistici con la penisola. La conquista dell’isola non si presentò facile perchè la popolazione non accolse sempre favorevolmente gli invasori.

I Normanni, pur essendo cristiani, venivano in appoggio all’emiro di Catania ed inoltre essi avevano fama di essere crudeli predatori.

Nel 1071 cadde Palermo. L’isola venne divisa tra i due fratelli, anche se la conquista non era ultimata: a Roberto toccarono Palermo, metà di Messina e parte del Val Demone; a Ruggero, oltre alla Calabria, l’altra metà di Messina, Troina, Catania, Mazara.

La sovranità dell’isola spettò a Roberto, di cui Ruggero era vassallo con il titolo di conte di Sicilia e di Calabria.
La conquista della Sicilia continuò e fu ultimata nell’arco di trent’anni, infatti l’ultima roccaforte espugnata fu Noto nel 1091.

Per mettersi al riparo da eventuali incursioni dal mare, Ruggero nel 1092 conquistò Malta, scacciandone i Musulmani, che ne detenevano il potere dall’870.

La conquista normanna fu operata da gruppi poco numerosi e non fu, come quella saracena, una migrazione di massa, ma una infiltrazione di gruppi sparsi di varie etnie.

Fu condotta con metodi violenti e crudeli, ma successivamente la situazione divenne tranquilla, infatti i Normanni, sull’esempio degli Arabi, fecero pagare un’imposta supplementare ad Arabi ed Ebrei, ma li lasciarono liberi di professare la loro religione e di essere giudicati dai loro giudici in base alle loro leggi.