Ruggero ebbe come principale obiettivo, a conquista ultimata, la creazione di un ordinamento amministrativo e finanziario efficiente e fedele

Ruggero I re dei normanni in sicilia

Ruggero I, sovrano dei normanni al tempo della dominazione in Sicilia

I Normanni riconobbero la superiorità della cultura dei Siciliani e quella del loro sistema amministrativo, essi, quindi, se ne appropriarono aggiungendovi un’efficienza e una rigorosa programmazione del tutto nuove.

Furono musulmani e bizantini (questi ultimi provenienti dalla Calabria) i collaboratori del granconte Ruggero che dettero avvio all’amministrazione della Sicilia.

La capitale della contea era in Calabria, a Mileto, dove Ruggero amava spesso soggiornare, mentre la capitale amministrativa, finanziaria e politica della Sicilia era Troina, dove, in un castello costruito dagli Arabi, era la sede della Curia, organo di governo costituito da Ruggero e dai suoi stretti collaboratori, che erano l’amiratus, che aveva funzioni di governo in ambito amministrativo, politico, militare; il protonotaro, che si occupava del settore finanziario, nel quale erano compresi la stesura e l’aggiornamento del catasto; il logoteta, che selezionava quanti volessero essere ricevuti dal granconte, il camerario, che aveva le funzioni di tesoriere e presiedeva i tribunali finanziari.

I collaboratori del granconte, fossero essi saraceni, bizantini o latini, erano scelti tra le famiglie saldamente fedeli al potere centrale per i più svariati motivi, senza rivolgersi necessariamente alla feudalità normanna, che non perdeva occasione per ribellarsi contro il potere centrale.

Si formarono, così, autentiche dinastie di funzionari amministrativi, che al potere accoppiavano la ricchezza.

Tra di essi erano anche ecclesiastici e monaci provenienti dalla Calabria, tutti di rito greco, come del resto la maggior parte dei monaci presenti in Sicilia, infatti la maggior parte dei monasteri erano basiliani, mentre pochissimi erano i monasteri benedettini.

Di origine bizantina era il cerimoniale di corte, che con la sua fastosità intendeva sottolineare la potenza di Ruggero, e bizantino era il formulario con cui venivano redatti i documenti della cancelleria.
Le lingue usate erano il greco, l’arabo, il latino.