La nobiltà uscì rafforzata dal processo di privatizzazione dei beni demaniali e dei beni ecclesiastici e in economia seguì un indirizzo chiaramente liberista. Essa era cosciente del fatto che, dopo le terre demaniali ed ecclesiastiche, anche i feudi baronali dovevano cambiare natura per diventare proprietà allodiali libere da vincoli feudali.

Teorico di tale ipotesi fu l’abate Balsamo, che, ispirandosi alle teorie degli inglesi Arthur Young ed Adam Smith, elaborò un progetto di mobilitazione dell’aristocrazia isolana per l’organizzazione di aziende modello con l’impiego di macchine agricole, della tecnica di rotazione delle colture, di impianti di irrigazione. Esso incontrò il favore dei nobili, che si mostrarono realmente interessati ad aumentare la produttività dell’agricoltura isolana. Mentre ai tempi della riforma del Caracciolo essi avevano posto come condizione di avere la giurisdizione delle terre incolte che andavano a popolare ed a mettere a coltura, adesso accettarono, senza porre condizioni, di apportare le migliorie richieste agli assegnatari dei fondi demaniali ed ecclesiastici.

Non ci sono dati sufficienti per valutare la portata del fenomeno, perchè, accanto ad aziende in cui furono effettuati consistenti investimenti tecnici e finanziari, ne troviamo altre con innovazioni di modesta entità, in ogni caso, però, si determinò un clima politico in cui la nobiltà acquistò consapevolezza del suo ruolo nella società e si mostrò decisa ad incrementarlo.

Nel parlamento del 1794 emerse chiaramente questo rafforzamento del baronaggio, che, sfoderando un atteggiamento di tipo britannico, affermò la sua esclusiva potestà di votare l’entità delle imposte governative e di stabilirne la durata. Quanto più si rafforzava il baronaggio, tanto più si indeboliva lo spirito illuministico delle riforme, e anche l’autorità del Caramanico, nei suoi ultimi anni di viceregno, risultò oltremodo limitata. Assistiamo, dunque, ad un rovesciamento all’interno del fronte baronale che collaborava con la monarchia nell’attuare le riforme, dal momento che a prevalere furono le forze conservatrici.